mercoledì 4 febbraio 2015

Il Sole e i suoi Pianeti - Geografia Generale (Cap.5)

I corpi che formano il sistema solare sono molto diversi tra loro per dimensioni, forma e composizione. Sono riconoscibili: il Sole, i pianeti con i loro satelliti, i pianeti nani e i corpi minori (asteroidi e comete).
Le dimensioni del sistema solare sono difficilmente definibili, approssimativamente lo si può considerare come una sfera con un diametro di circa 200000 UA.

NASCITA E FORMAZIONE DEL SISTEMA SOLARE
Vi sono numerose ipotesi circa la formazione e l’evoluzione del sistema solare, oggi si ritiene che il Sole e i pianeti si siano formati da una nebulosa in contrazione circa 5 miliardi di anni fa.
La nebulosa primordiale aveva una temperatura molto bassa ed era costituita non solo da idrogeno e elio ma da una grande varietà di elementi chimici più pesanti che non sono molto diffusi nell’universo e si formano negli stadi finali di una stella di grande massa; per questo si pensa che la nebulosa contenesse materiali prodotti in precedenza da stelle di prima generazione.
Attraverso meccanismi ancora da comprendere (forse l’onda d’urto di un’esplosione vicina), la nebulosa iniziò a contrarsi e in pochi milioni di anni, nella zona centrarle la temperatura e la densità aumentarono portando alla formazione del proto-Sole. Allo stesso tempo la contrazione causò un aumento di velocità di rotazione e della forza centrifuga del sistema, portando la nube ad appiattirsi.
Nella fase finale del processo di formazione della protostella, l’emissione di un forte vento solare avrebbe trascinato verso regioni più esterne  l’idrogeno e l’elio. Mentre il nucleo del proto-Sole si riscaldava fino a raggiungere le temperature idonee alle reazioni nucleari, nel disco circostante cominciavano a formarsi i primi proto-pianeti, costituiti da polveri, ghiaccio o roccia.
LE PROVE
-          Regolarità di comportamento dei pianeti: infatti  ruotano intorno al Sole tutti nello stesso verso (tranne Venere e Urano) su orbite quasi complanari. Questo sembra accreditare l’ipotesi che derivino tutti da un unico disco in rotazione di cui conservano il movimento.
-          La composizione dei pianeti: infatti i pianeti di tipo terrestre, più vicini al Sole, sono costituiti da elementi chimici pesanti, mentre i pianeti di tipo gioviano, lontani dal Sole sono ricchi di elementi leggeri. Ciò dimostrerebbe l’azione del vento solare nella fase finale del processo di formazione del Sole.
-          La datazione delle meteoriti, delle rocce lunari e delle più antiche rocce terrestri: sembrano avere un’età compresa tra i 4,2 e i 4,8 miliardi di anni.

IL SOLE

Il Sole è una stella gialla di classe spettrale G di massa medio-piccola, relativamente vecchia e stabile, è composto principalmente di idrogeno e elio, anche se non mancano elementi più pesanti e irradia energia in tutte le direzioni dello spazio. Soltanto una frazione minima di questa energia arriva alla superficie esterna dell’atmosfera terrestre, rappresenta soltanto mezzo miliardesimo dell’energia totale emessa dal Sole ed è detta costante solare. Dall’energia solare che giunge sulla Terra dipendono clima, luce cicli biologici e gran parte dell’energia utilizzata per le attività umane. Da circa 5 miliardi di anni si trova in una fase di stabilità, che terminerà quando esaurito tutto l’idrogeno contenuto nel suo nocciolo, gli strati esterni si dilateranno fino a inglobare almeno il pianeta Mercurio; allora il sole diverrà una gigante rossa.
Il moto di rotazione: il Sole si muove all’interno della Galassia insieme al Sistema Solare, e ha un moto di rotazione intorno al proprio asse quasi perpendicolare al piano dell’orbita terrestre. Dato che il sole non è un corpo rigido la rotazione avviene a velocità diverse alle varie latitudini. Una rotazione completa dura da 24 giorni all’equatore a 34 giorni ai poli. La rotazione può essere rilevata tracciando giorno per giorno lo spostamento di una macchia solare.

LA STRUTTURA
Gli astrofisici hanno costruito un modello plausibile della struttura del Sole. Il sole è considerato una sfera suddivisa in una serie di involucri concentrici caratterizzati da specifiche condizioni fisiche.

Il nocciolo è la regione centrale e più interna, in questa zona la temperatura si aggira intorno ai 15 milioni di Kelvin e la pressione e la densità sono elevatissime, per questo motivo la materia si trova lo stato di plasma ed è qui che si verificano le reazioni di fusione nucleare che trasformano l'idrogeno in elio. Durante le reazioni si ha una perdita di massa che viene convertita in energia emessa sotto forma di radiazioni elettromagnetiche.

La zona radiativa assorbe l'energia prodotta nel nucleo e la trasmette agli strati più esterni. In questa zona la temperatura e la densità diminuiscono lentamente procedendo verso l'esterno, la materia, però è ancora nello stato di plasma ma non avvengono reazioni nucleari perché la temperatura è troppo bassa. L'energia proveniente dal nocciolo viene trasferita verso l'esterno mediante il meccanismo dell'irraggiamento: I fotoni provenienti dal nocciolo muovendosi in tutte le direzioni dello spazio, vengono continuamente fermati assorbiti e riemessi dalle particelle presenti. Per questo motivo le radiazioni anche se si muovono alla velocità della luce procedono molto lentamente e impiegano diversi milioni di anni per giungere alla superficie. Inoltre nel lungo tragitto perdono parte della loro energia che viene assorbita dalla materia presente.

La zona convettiva è uno strato caratterizzato da movimenti di enormi masse di gas che trasferiscono il calore dalla zona radiativa verso la superficie del sole. La pressione e la temperatura si riducono, la materia non è più allo stato di plasma ma si comporta come un gas caldo formato da ioni liberi di muoversi. I fotoni provenienti dalla zona radiativa scaldano i gas di questo involucro che attraverso il meccanismo di convenzione, generano correnti discendenti di gas freddi e correnti ascendenti di gas caldi che trasportano l'energia dall'interno verso la fotosfera. 

La fotosfera è uno strato gassoso che corrisponde alla superficie visibile del sole. La regione più superficiale non è liscia né uniformemente luminosa ma su di essa sono visibili i granuli cioè delle zone più luminose e più calde. I granuli hanno vita breve infatti in pochi minuti scompaiono e vengono sostituiti da nuovi; questo continuo movimento fa sì che la fotosfera sembri in costante ebollizione. Inoltre su questa superficie sono visibili anche le macchie solari cioè aree più scure e più fredde.

La cromosfera è un sottile involucro costituito di gas rarefatto. L'intensa colorazione rossastra é dovuta agli atomi di idrogeno, i quali alle basse pressioni emettono radiazioni di tale colore ed è interessata da grandiosi fenomeni di turbolenza: le protuberanze e i brillamenti.

La corona è costituita da gas fortemente ionizzanti distribuiti in modo irregolare. Non ha un limite definito e si estende per decine di milioni di kilometri dalla superficie del sole. Nella parte più esterna della corona grazie alle temperature elevate le particelle dei gas ionizzanti acquistano velocità sufficienti per sfuggire all'attrazione gravitazionale del sole, questo flusso prende il nome di vento solare e si diffonde in tutto il sistema solare.


La superficie solare è tutt'altro che tranquilla: movimenti, variazioni locali improvvise di luminosità e temperatura interessano gli strati gassosi visibili. L'intensità di tali eventi non è costante nel tempo. Si distinguono periodi di attività ridotta, sole quieto, periodi di attività solare, caratterizzati da perturbazioni intense e violente.
Le più evidenti e riconosciute manifestazioni dell'attività solare sono le macchie solari: zone scure e fredde che appaiono nella fotosfera con una certa periodicità. Sono visibili con un cannocchiale o anche a occhio nudo attraverso un filtro abbastanza scuro. In queste zone la temperatura scende a circa 4000 K. Le macchie si presentano di solito in gruppi o in coppie durano pochi giorni. Il numero delle macchie non è costante nel tempo e varia da un minimo a un massimo. L'intervallo medio tra due massimi successivi detto ciclo solare. A ogni macchia è associato un intenso campo magnetico; si ritiene che le macchine siano dovute all'interazione tra il campo magnetico solare e le masse di gas in moto turbolento nello strato esterno del sole , ma non è ancora stata elaborata una teoria che le spieghi efficacemente.

Altre manifestazioni dell'attività del sole sono:
-          Le facole: sono zone di luminosità elevata rispetto al resto della fotosfera.
-          Le protuberanze: sono getti di materiale incandescente che formano archi giganteschi e si elevano fino alla corona solare.
-          Le spicole: sono lingue di idrogeno incandescente che si estendono verso l'alto nella corona.
-          I brillamenti: sono gli eventi più esplosivi appaiono come un improvviso intensificarsi della luminosità della fotosfera e liberano enormi quantità di energia.

Alcuni fenomeni terrestri sono direttamente collegati alle attività del sole:
-          Le tempeste magnetiche: alterazioni del campo magnetico terrestre causate dalle particelle cariche del vento solare.
-          Le aurore polari: sono conseguenze dell'interazione tra  gas presenti nelle regioni altre della nostra atmosfera e particelle solari, che provocano la ionizzazione degli atomi nella zona più esterna dell'atmosfera terrestre e l'emissione di luce colorata.
-          L'elevata attività solare è inoltre considerata una delle cause degli aumenti di temperatura registrati sul nostro pianeta.

LE LEGGI DI KEPLERO
Nel 17° secolo è stato sviluppato un modello eliocentrico del sistema solare, proposto per la prima volta da Copernico e poi sviluppato da Galilei, Newton e Keplero. Secondo tale modello i pianeti hanno un moto di rotazione intorno al proprio asse e un moto di rivoluzione intorno al Sole. In realtà il sistema è più complesso: l'intero sistema solare è in movimento in un universo dove non abbiamo punti di riferimento immobili quindi non è possibile stabilire il moto assoluto dei pianeti e del sole, ma solo il moto relativo. Il tempo impiegato da un pianeta per compiere una rotazione intorno al proprio asse si chiama giorno, il tempo impiegato da un pianeta per compiere una rivoluzione completa è detto anno. I pianeti compiono la loro rivoluzione intorno al sole percorrendo orbite ellittiche quasi complanari con il piano dell'ellittica, ovvero l'orbita terrestre. (Leggi negli appunti di fisica)

LA SPIEGAZIONE DELLE LEGGI DI KEPLERO SECONDO NEWTON
Newton determinò la legge di gravitazione universale, che regola il moto dei pianeti F=   G=6,67x10-11
Quindi, in base alla legge di Newton, tra il pianeta e il sole agisce una forza di attrazione reciproca, ma il pianeta, a causa della sua piccola massa subisce una grande accelerazione, mentre il sole ha una massa molto maggiore e quindi subisce un’accelerazione tanto piccola da sembrare fermo.
Secondo Newton, l’orbita di ciascun pianeta è la risultante dell’azione di due forze, la forza inerziale, per la quale il pianeta tenderebbe a procedere in linea retta e la forza di gravità. Poiché la distanza dal sole non è costante, la forza di gravità varia secondo la posizione del pianeta rispetto a esso.
La legge di gravitazione tuttavia, rappresenta un modello semplificate e in parte superato dalla teoria della relatività generale di Einstein.