Il carme CIX, fa parte della sezione dedicata agli epigrammi, scritti in distici elegiaci, del “liber” di Catullo: il primo poeta lirico latino. Come la maggior parte dei componimenti catulliani, anche questo tratta il tema dell’amore per una donna, Clodia, che egli chiamerà Lesbia in onore della poetessa greca Saffo, che nacque sull’isola di Lesbo. Il romanzo d’amore tra Catullo e Clodia si svolse sicuramente a Roma; ebbe un andamento decisamente altalenante, tra gelosie di lui e tradimenti di lei, sicché Clodia era una donna molto superficiale, per la quale Catullo era soltanto uno dei tanti amanti. I sentimenti di Catullo verso Clodia erano invece molto più profondi e sinceri: per lui, infatti, Clodia fu l’unica donna che egli avesse mai amato. Il carme CIX fu scritto in seguito ad una riappacificazione, preceduto da una delle tante rotture. Lesbia promette a Catullo una more gioioso e duraturo, ed egli prega gli dei che le parole di lei siano sincere. In questo componimento emerge la concezione dell’amore di Catullo. Egli non lo chiama “amor”, ma utilizza la locuzione “sanctae foedus amicitiae”. Catullo infatti intende l’amore come un “foedus” (patto), inviolabile basato principalmente sulla “fides” (fedeltà), ma anche sulla stima reciproca, la benevolenza e l’affetto. La visione dell’amore di Catullo si contrappone a quella di Clodia: lei infatti lo considera come un dolce e piacevole legame da vivere senza troppo impegno. La storia tra Catullo e Clodia continuerò con un andamento incerto fino alla definitiva rottura, dettata dalla ragione di Catullo, che spingerà il poeta a partire con il pretore gaio Memmio in Bitinia. Morirà poco dopo il ritorno a Roma per un etsia polmonare. Lo stile, apparentemente semplice è frutto di un attento “labor limae”, tipico dei “poetae novi”. Abbiamo ad esempio diverse ripetizioni (“nostrum inter nos”), forme contratte (“fore”), allitterazioni (“mittere possit”) e la locuzione “di magni” ripresa in altri carmi dello stesso autore. Il grande successo di Catullo è dovuto al fatto che questo riesca ad accostare la “doctrina” della poetica neoterica alla propria esperienza personale.
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