LIBRO1
Il primo libro si apre con un lungo
proemio che contiene l'inno a Venere, l'elogio di Epicuro, la condanna della
religio e l'esortazione a liberarsi dalla paura della morte.
Sallustio, riprendendo la filosofia
di Epicuro, afferma che il timore che la religio incute negli umani si deve
alla loro ignoranza, infatti se essi conoscessero quale sia l'origine e la
natura dell'anima troverebbero la forza per opporsi alla religio.
Alla base di tutte le leggi della
natura che l'uomo deve conoscere sta il principio secondo cui nessuna cosa si
genera dal nulla per volere divino e bisogna fare ricorso alla ragione per
comprendere il divenire delle cose.
Egli afferma che la materia è costituita
da particelle semplici indivisibili, infiniti in numero, limitati nelle forme e
dalle innumerevoli combinazioni: gli atomi.
Il primo libro si chiude
che un immagine apocalittica: in un istante crollano i cieli, frana la terra e tutto si inabissa attraverso il vuoto profondo (pessimismo).
che un immagine apocalittica: in un istante crollano i cieli, frana la terra e tutto si inabissa attraverso il vuoto profondo (pessimismo).
LIBRO2
Il secondo libro si apre con un
elogio alla sapienza e un inno alla filosofia che è la sola fonte di felicità
per l'uomo.
Egli inoltre introduce il principio
del clinamen, ed afferma che gli atomi nella loro caduta rettilinea possono
subire delle variazioni di direzione e scontrandosi formano altri corpi.
LIBRO3
Si apre con un elogio a Epicuro che
egli chiama "pater", e pone una distinzione tra anima e animus:
L'animus è situato nel petto
rappresenta la mente e comanda il corpo.
L'anima invece è sparsa per tutto
l'organismo e obbedisce alla spinta dell'animus.
Tra l'anima e l'animus vi è una
connessione indissolubile poiché questi formano un tutto organico: infatti,
quando l'animo è sconvolto da una fotte emozione, partecipa anche l'anima , e
questo spiega il sudore, la mancanza di voce, il ronzio delle orecchie:
l'animus investe l anima con grande forza, questa a sua volta urta il corpo e
lo scuote.
L'animus e l anima sono costituiti
da atomi che al sopraggiungere della morte si disgregano e vanno a formare
altri corpi, per questo motivo egli afferma che non ha senso temere la morte
poiché, come egli stesso afferma; quando noi siamo, la morte non c'è e, quando
la morte c'è noi non siamo più.
Egli inoltre rappresenta la triste
condizione degli uomini, che ignorando le vere cause del loro malessere,
avvertono un peso che li tormenta e che li costringe a spostarsi in
continuazione in cerca di pace: il taedium vitae (noia).
LIBRO4
In questo libro Lucrezio tratta la teoria
della conoscenza, afferma che questa sia possibile poichè i simulcra rerum,
membrane sottili che si staccano dai corpi, colpiscono i nostri sensi, primo
fra tutti la vista.
Egli inotre esamina i sogni, che
vengono visti come delle immagini incoerenti prodotte dall'animus che si trova
in uno stato di veglia parziale.
Critica inoltre l'amore, che viene
visto come perdita della tranquillità e della pace.
LIBRO5
Egli affronta la cosmogonia: afferma
che il mondo, essendo composta da atomi, quando questi si disgregheranno,
perirà, e la lotta dell'acqua e del fuoco sarà la causa della sua distruzione, poiché
solo uno degli elementi che lo compongono prevarrà; e che la natura non è stata
benevola nei confronti del genere umano, avendolo collocato in una terra poco
ospitale.
Afferma inoltre che la credenza
degli dei nacque dal fatto che gli uomini primitivi vedevano in sogno immagini
di creature bellissime e felici e ad esse attribuivano tutto ciò che non
riuscivano a spiegarsi (sciagura per il genere umano).
LIBRO6
In questo libro egli afferma che
tutto ciò che accade nella natura non è dettato da un intervento divino e i
fenomeni naturali hanno una spiegazione scientifica. Anche le epidemie sono
dovute a motivi di ordine mondiale e viene in particolare descritta la peste d
i Atene.
L'opera si conclude con questo
scenario di dolore e di morte che sembra essere in contraddizione con i
principi della filosofia epicurea che ha come scopo quello di portare l'uomo
alla felicità attraverso eliminazione della paura della morte e il
conseguimento del piacere.
Possiamo a questo punto considerare
le diversità tra Lucrezio ed Epicuro:
EPICURO
|
LUCREZIO
|
Ottimista
Calmo
Critica la poesia
|
Pessimista
Instabile
Utilizza la poesia
|
Lucrezio più che pessimista può
essere considerato "poeta della ragione", poiché pone al centro della
sua opera l'uomo, che attraverso la ragione è in grato di lottare contro il
caso ed essere pienamente artefice del suo destino.