PROEMIO
In questa parte Sallustio affronta
un argomento di carattere generale: i principi ai quali deve attenersi la vita
umana per ottenere la gloria verso i posteri. Afferma che l'uomo, per
differenziarsi dagli animali, deve valorizzare la propria componente spirituale
e non deve lasciarsi trasportare dai vizi. Afferma inoltre che in seguito alle
avversità procurategli dalla vita pubblica, decise di abbandonarla e di
dedicarsi all'attività letteraria.
Nella composizione del proemio, egli
si rifà a una convenzione letteraria degli storici ellenistici, i quali
aprivano le loro opere con un brano che avesse un contenuto incontestabile; e
si rifà alla 7° epistola di Platone, nella quale egli mostrava il proprio
disgusto per la vita politica ateniese.
Con il proemio Sallustio vuole
presentare la sua posizione a proposito del dibattito molto acceso nella Roma
del I secolo a.C., quello tra il negozium e l'otium. Gli uomini legati al mos
maiorum affermavano la superiorità del negozium (attività pratiche) mentre i
sostenitori dell' innovazione, e lo stesso Sallustio, ne affermavano pari
dignità con l'otium (attività intellettuali).
DESCRIZIONE DI CATILINA
Nel 5° capitolo sallustio propone il
ritratto di Catilina, soffermandosi sulla sua vita e sui suoi molteplici
difetti, sul suo animo malvagio e lo critica per essersi fatto corrompere dalla
lussuria e dall' avarizia.
EXCURSUS: STORIA DI ROMA
Sallustio riprende a grandi linee la
storia di Roma dalle origini (arrivo di Enea) e si sofferma sulle virtù
dell'antico popolo romano, e segna un confine tra il suo passato glorioso e
l'inizio del suo progressivo decadimento: la distruzione di Cartagine. egli
infatti afferma che da quel momento in poi i boni mores, vennero sovraffatti
dai vitia e governarono l'avidità e l'ambitio considerati l'origine di tutti i
mali; il definitivo trionfo del male sul bene si ebbe al tempo di Catilina,
quando a queste si aggiunse l'avarizia. Egli si sofferma sull'evento della
congiura di Catilina che costituisce per Sallustio l'esempio di un generale
malessere politico e sociale che coinvolgeva le istituzioni.
Sallustio presenta la storia di Roma
poiché crede che non si può comprendere a fondo il presente se non si conosce
il passato.
LA CONGIURA
a partire dal capitolo 14 Sallustio
descrive i metodi adottati da Catilina per radunare intorno a sé adepti tra i
quali vi erano anche senatori e soprattutto giovani facili alla corruzione. Nel
capitolo 20 ha inizio il racconto della congiura: nel 63 Catilina decide di
candidarsi al consolato e dopo essere stato sconfitto alle elezioni tentò un
primo colpo di stato fallimentare. Cecise allora di tentare lo scontro armato
per impadronirsi del potere e Cicerone, come console prese la difesa dello Stato, pronunciando un discorso durissimo
contro Catilina che fu costretto a fuggire dalla città. Intanto coloro che
avevano partecipato alla congiura vennero arrestati e in una seduta del Senato
tenuta il 5 Novembre, prendono la parola Cesare e Catone l'Uticense, i quali
discorsi vengono riportati da Sallustio. L'opera termina con la morte di
Catilina nello scontro di Pistoia.
DISCORSI
Il
discorso di Cesare riflette la sua posizione politica (pietas), egli
infatti propone che i conguirati siano incatenati e considerati nemici della
patria. Ha un comportamento moderato ed è convinto che la crisi della
Repubblica può essere risolta soltanto attraverso una trasformazione delle
strutture politiche e un rinnovamento delle istituzioni. La sua più grande
preoccupazione era che il Senato prendesse delle decisioni al di là delle
leggi.
Il discorso di Catone è opposto;
egli afferma che i congiurati debbano essere puniti con la morte poichè hanno
attentato contro i cittadini e lo stato. Egli era convinto che l'unica salvezza
per la Repubblica fosse il ritorno al mos maiorum.
Il tono di Cesare è lento mentre
quello di Catone è acceso e sarcastico.
Sallustio non comunica la sua
posizione e rimane distaccato: egli ha l'intento di scagionare Cesare
dall'accusa di essere un sostenitore di Catilina, ma allo stesso tempo si sente
vicino all'atteggiamento di Catone nell'esaltare i grandi valori dello stato.
In definitiva per Sallustio entrambi incarnano qualità diverse, complementari e
indispensabili per il funzionamento dello stato.
PERSONAGGI
I personaggi principali sono:
Catilina, i suoi complici, Cesare e Catone. egli si sofferma su un attenta
indagine psicologica dei loro atteggiamenti.
CATILINA: presenta una connotazione
fortemente negativa: egli incarna la rovina della vita pubblica e privata di
Roma, poiché ha corrotto i giovani e si è macchiato di colpe e delitti infami:
adulterio, incesto e omicidio. Sallustio comunque ne esalta la forza d'animo e
il coraggio al momento dello scontro finale. Egli non si pronuncia e consegna
il giudizio ai posteri.
I COMPAGNI DI CATILINA: di cui
Sallustio fornisce un quadro dettagliato e li presenta come gli animatori della
crisi politica,sociale e morale. Afferma che questi erano o uomini che si
trovavano in condizioni disperate o uomini audaci. In certi momenti sembra mettere
in evidenza la fedeltà al capo e alle sue idee che in questo caso rappresenta
non un merito ma un'ulteriore colpa.
CICERONE: la sua figura è complessa.
Sallustio gli accorda uno spazio limitato, non più di quanto richiedesse la sua
carica istituzionale di console, egli era infatti il bersaglio in prima persona
della congiura contro lo Stato. In alcuni casi Sallustio si lascia andare a
espressioni di aperta lode nei suoi confronti; comunque Sallustio non vuole
ridurre il racconto della congiura come la descrizione di uno scontro tra
Catilina e Cicerone, ma vuole allargare la sua analisi alla crisi dello Stato.
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