mercoledì 28 gennaio 2015

Torquato Tasso - Vita - Opere - Pensiero

LA VITA
Torquato Tasso nacque a Sorrento l’11 Marzo del 1544, in una nobile famiglia bergamasca. In gioventù si trasferì con il padre ad Urbino, dove entrò in contatto con l’ambiente cortigiano che assumerà un ruolo importante nella sua esistenza. Successivamente si trasferì a Venezia, dove iniziò un poema epico sulla prima crociata “il Gierusalemme”, che fu interrotto, a Padova, dove studiò diritto, filosofia e letteratura e compose il “Rinaldo” e alcune rime d’amore ed entrò in contatto con l’Accademia degli Infiammati e degli Eterei.
Si trasferì successivamente a Ferrara,la cui corte era una delle più splendide d’Italia in cui trascorse gli anni più sereni e fecondi dal punto di vista creativo. La corte ferrarese, che aveva ospitato Ariosto e Boiardo, era una grande amante della letteratura cavalleresca e sicuramente questo spinse Tasso a lavorare al poema epico sulla crociata che aveva iniziato in gioventù. Nel frattempo compose anche un dramma pastorale: l’Aminta.
Completato il poema,  Tasso ne era insoddisfatto e tormentato dall scrupolo di renderlo aderente ai canoni letterari e religiosi del tempo, per questo lo sottopose al giudizio di autorevoli letterati, i quali mossero delle pesanti critiche, che spinsero Tasso a modificare il poema e renderlo conforme alle regole. Agli scrupoli letterari si affiancano quelli religiosi, tanto che egli decise di sottoporsi spontaneamente all’Inquisizione di Ferrara, dalla quale fu assolto.
In questo periodo possiamo notare gli inizi di alcuni comportamenti che predomineranno  metà della vita di Tasso: egli iniziò ad avere manie di persecuzione, tanto che un giorno, ritenendosi spiato da un servo gli scagliò contro un coltello e per questo motivo venne  rinchiuso in un convento, dal quale fuggì e presentò alla sorella, alla quale, sotto mentite spoglie annunciò la propria morte per osservare la sua reazione.
Tornò a Ferrara e non trovando l’accoglienza che si aspettava diede in escandescenze e per questo motivo fu rinchiuso nell’ospedale di Sant’Anna, in cui rimase per sette anni e scrisse molte rime e dialoghi. In questo periodo, però, i suoi disturbi psichici si aggravarono ed era turbato dal incubi e allucinazioni.
Il duca Alfonso era ostinato a tenerlo prigioniero nell ospedale poiché era già in contrasto con le autorità ecclesiastiche che rivendicavano il possesso di Ferrara e la presenza del poeta avrebbe potuto aggravare la sua posizione di rivalità con la chiesa.
Negli anni in cui il poeta era rinchiuso a Sant’Anna, la “Gerusalemme” fu pubblicata senza il suo assenzo, in un edizione incompleta e scorretta e per questo motivo si dedicò alla revisione del poema che venne poi pubblicata con il nome di “Gerusalemme conquistata”.
La prigionia si concluse nel 1586, quando il duca Vincenzo Gonzaga di Mantova chiese la sua custodia, ma la sua irrequietezza non gli consentì di rimanere a lungo a Mantova. Ricevette l’incoronazione poetica a Roma nel 1594, ma morì nell’aprile del 1595.
Tasso incarna la figura del poeta cortigiano del Cinquecento, la sua vita infatti si svolge interamente nell’ambito della corte ed afferma che solo nella corte il poeta possa consacrare la sua fama, poiché solo in essa si trova il pubblico capace di apprezzare la sua poesia. Tuttavia in Tasso vi sono delle profonde contraddizioni: da un lato egli celebra la corte ma prova anche una segreta avversione che si manifestano nel suo irrequieto vagabondare da una corte a un’altra.

L’EPISTOLARIO
Le lettere che ci sono pervenute riflettono la tormentata e conflittuale vicenda interiore di Tasso, anche se l’esperienza vissuta, come nel Petrarca, è filtrata attraverso dei moduli letterari. Il tema centrale è la corte, intesa non solo come luogo fisico, ma anche come realtà culturale e morale. Sotto il velo culturale, comunque, si fa strada la sofferenza del poeta e la sua condizione di bisogno e mancanza che si manifesta in una supplica insistente a principi e signori.
Accanto a queste tematiche abbiamo anche quella religiosa: egli vede la religione come un bisogno di certezze e conforto.
Abbiamo però anche delle lettere di grande lucidità, che mettono in risalto la sua coscienza di letterato.

IL RINALDO
Tasso compose il “Rinaldo” all’età di 18 anni. Narra la giovinezza del paladino e le sue imprese d’armi e d’amori. Nella prefazione Tasso afferma di voler imitare gli antichi e i moderni e rifiuta la molteplicità dei personaggi e azioni, concentrandosi su un unico protagonista e assumendo un tono serio e elevato in cui manca il gioco ironico tipico di Ariosto. (Gerusalemme liberata).
Si tratta di un opera dai forti risvolti autobiografici, nell eroe infatti Tasso rispecchia se stesso e il sogno di amore e gloria.

LE RIME
La composizione delle rime abbraccià l’intera attività del poeta.
-PRIMA PARTE DELLE RIME: rime amorose che riprendono la tradizione e soprattutto Petrarca dal punto di vista linguistico. Molto presenti sono le metafore e le ricche descrizioni che propongono immagini pittoriche dall elevato gusto cromatico. I temi sono convenzionali e le immagini femminili tendono a confrontarsi con la natura e quest ultima a volte assume una fisionomia femminile.
-SECONDA PARTE DELLE RIME:  soprattutto encomiastiche, riprendono la lirica classica del greco Pindaro e del latino Orazio. In queste compaiono accenti più sofferti e autobiografici, e riflessioni sulla fugacità del tempo e sulla morte.  I signori vengono visti come  coloro che possono offrire rifugio, sicurezza e consolazione al poeta.
-LIRICHE SACRE: hanno accenti meno profondi e oscillano tra un’ornamentazione lussuosa e la riflessione sulla precarietà e vanità delle cose e sul peccato. Si collocano nella sfera etica e autobiografica.

L’AMINTA
E’un testo drammatico che si colloca nel genere della favola pastorale che è diverso dalla commedia e dalla tragedia poiché:
-          Non presenta situazioni comiche collocate in un contesto cittadino realistico, ma temi seri ambientati in un mondo favoloso
-          Non raggiunge un tono elevato e si conclude con il lieto fine.
E’ un testo fondato sul dialogo, infatti nessuno degli episodi si svolge sulla scena ma vengono narrati dai personaggi. Questi sono facilmente riconoscibili  in personaggi della corte ferraresi, Tasso stesso si  nelle vesti di Tirsi.
Anche in quest’opera possiamo notare l’ambivalenza di tasso nei confronti della corte: da un lato celebra la vita di corte e dall’altro rivela una critica per i suoi ideali, ipocrisie e rancori, che si traduce in un bisogno di sentimenti spontanei a contatto con la natura (Gerusalemme).
Lo stile è, secondo le leggi del genere pastorale, semplice scorrevole e facile, ricco di descrizioni.

IL RE TORRISMONDO
Tragedia che si svolge in modo inusuale nei paesi nordici e riprendono il motivo classico dell’incesto (Torrismondo- Alvida-Germondo).
Questa tragedia rappresenta la vanità di ogni speranza di fronte alla morte e al nulla. La lingua è abbastanza irregolare, ricca di esclamazioni e interrogazioni.

I DIALOGHI
Negli anni della prigionia a Sant’Anna, Tasso si dedicò alla composizione dei “Dialoghi”; componimenti che egli  definisce intermedi tra la poesia e la filosofia. Gli argomenti oscillano tra il carattere moralistico e quello mondano e vi è una forte componente religiosa.
Egli scrive 28 dialoghi il cui intento è quello di offrire un immagine nobile di se, delle proprie doti di intellettuale e della propria cultura.
I più famosi dialoghi sono:
-IL MESSAGGERO: viene riferito il colloquio con uno spirito che gli apparve a Sant’Anna
-IL PADRE DI FAMIGLIA:  descrive un viandante che in una notte di tempesta trova rifugio in una dimora di campagna. Alla descrizione della notte tempestosa, che rappresenta l angoscia di una vita precaria, all interno accogliente della casa di campagna, che rappresenta il bisogno di trovare un rifugio sicuro e protettivo. In quest opera inoltre la famiglia viene vista come la sede dell’equilibrio e della saggezza in cui è possibile vivere serenamente.

ULTIME OPERE
-IL MONTE OLIVETO: Poema in ottave encomiastico rimasto incompiuto. Il tema principale è la fuga dal mondo e la solitudine che è vista come un rifugio in cui il poeta può trovare riposo. Riprende il tema edonistico poiché esalta l’abbandono dei sensi alla natura.
-LE LACRIME DI MARIA VERGINE – LE LACRIME DI GESU’
-LE SETTE GIORNATE DEL MONDO CREATO: Poema in endecasillabi che descrive la creazione del mondo.

LA GERUSALEMME LIBERATA
Durante la prigionia a Sant’Anna circolavano copie manoscritte dell’opera, non autorizzate. In risposta l’autore decise di dare alle stampe integralmente il poema con il titolo di “Gerusalemme liberata”.
Tasso accompagnò costantemente la creazione poetica con la riflessione teoria, e per questo motivo in contemporanea al suo capolavoro pubblicò i
-“Discorsi dell arte poetica e in particolare del poema eroico”.
In questi affermava (rifacendosi a Aristotele) che  la storiografia tratta del vero, mentre la poesia deve trattare del verosimile, cioè di ciò che sarebbe potuto accadere; ma per distinguersi dalla poesia, deve riservarsi un  margine di finzione.
Afferma inoltre che i compiti morali e pedagogici devono essere affiancati al diletto finalizzato all’utile, e questo è assicurato dal meraviglioso. Tasso respinge il meraviglioso fiabesco poiché comprometterebbe il verisimile, e introduce il meraviglioso cristiano (interventi di Dio, angeli e demoni).
Tasso inoltre respinge il modello ariostesco caratterizzato dalla molteplicità  delle azioni tra loro intrecciate che comprometterebbero il principio dell UNITA’ DELL’OPERA. Affermava che il poema deve essere vario ma il tutto deve essere legato in una struttura unitaria.
Tratta anche il problema dello stile che deve essere sublime, usare parole lontane dall’uso comune e caratterizzato da lunghi periodi, pause all interno del verso e enjambement.

L’ARGOMENTO
La materia + storica e garantisce la verosimiglianza. Largomento è la prima crociata, evento scelto strategicamente poiché è abbastanza lontana nel tempo per consentire al poeta liberta nell invenzione, ma anche abbastanza vicina da interessare un pubblico moderno. La necessità di una nuova crociata infatti era un argomento di estrema attualità in seguito all avanzata dei Turchi nel Mediterraneo nel secondo ‘500.
Lontano dal genere romanzesco Tasso guarda al modello dei poemi classici (Iliade e Eneide).
Il fine è quello didascalico e pedagogico.
A differenza dei classici romanzi cavallereschi, caratterizzati da una pluralità di eroi e azioni che sembravano poter continuare all infinito, Tasso mira a una rigorosa unità, per cui la materia è varia, ma vi è un’azione unica: l’assedio di Gerusalemme e la conquista del Santo Sepolcro, e vi è un eroe centrale, Goffredo.
  
IL PROGETTO
Con il suo poema Tasso vuole presentarsi come perfetto poeta cristiano e vuole dare un perfetto poema cristiano secondo i canoni controriformistici, ma anche il perfetto poema epico in obbedienza all autorità di Aristotele.

REALTA’
La realtà effettiva però è molto più complessa,, si manifestano infatti diverse ambivalenze che vanno a contribuire al BIFONTRISMO del Tasso:
-          Ambivalenza nei confronti della corte: da un lato ne contempla la maestà e dall latro ne critica i confilitti e le finzioni. Per questo motivo si rifugia spesso ne ammirazione idillica di un mondo di pastori conforme solo alla natura, libero e semplice (Aminta), ne è un esempio l’episodio di Erminia che  decide di cercare rifugio nella vita naturale presentatagli da un pastore.

-          Comportamento degli eroi: l intento di costruire un opera moraleggiante che esalti il sacrificio dei guerrieri in nome della religione, è in contrasto con comportamento degli eroi che sopraffatti dall amore e dal piacere dei sensi abbandonano il loro obbiettivo. L’amore è anche visto come sofferenza, (amori impossibili) e considerato patetico. L amore quindi compromette il clima epico poiché impedisce ai crociati di  svolgere i loro compiti. Ne risulta una poesia lontana dall ispirazione moraleggiante ed eroica e più soggettiva e autobiografica.

-          La concezione della guerra:  da un lato vi è l’esaltazione della guerra come manifestazione di eroismo, dall altro questa viene considerata come qualcosa di atroce e disumano (differenza Ariosto: compiacimento).

-          Religione: da un lato celebra la maestà della religione, dall altro contrappone una religiosità più sofferta che si manifesta nell’avvertimento della precarietà dell esistenza e nell attrazione per il magico e il demoniaco.

-          Scontro tra cristiani e pagani: Non si tratta in realtà di uno scontra tra due religioni e due culture diverse (musulmani-cristiani), i pagani infatti rappresentano la visione laica che si rifà a valori rinascimentali. Contro Dio, infatti, non si colloca Maometto, ma Satana:  i valori rinascimentali sono visti come prodotti di forze demoniache.  Gli eroi cedendo ai loro impulsi si collocano nel campo della paganità.

-          Unità:  All’unità si contrappone un triplice scontro: cielo-inferno,  cristiani-pagani,  capitano-compagni. L’unità, però è resa da Goffredo, il quale incarna il codice culturale del contro riformismo.

-          Simpatie: E’ evidente una simpatia da parte di Tasso per i nemici: questi infatti sono artisticamente più ricchi, descritti in modo più dettagliato rispetto ai religiosi , meno vivi poeticamente. Tasso sente l’attrazione per ciò che fuori dall universo totalizzante della Controriforma e in esso proietta tutti i valori rinascimentali che stavano andando perduti.

-          Punto di vista:  è interna e continuamente mobile, vi è uno scambio di prospettive tra la città vista dal campo cristiano e il campo cristiano visto dalla città. e’ ammesso conoscere i pensieri e i sentimenti degli eroi pagani (questo accentua una certa simpatia per i nemici da parte del Tasso).

-          Spazio:  si intersecano spazio orizzontale(scontro tra cristiani e pagani) e spazio verticale(tra cielo e inferno), questa contrapposizione si traduce in opposizione di valori, tra bene e male, tra molteplice e uno. Lo spazio è ristretto ed è proiezione dell unità. A questo si contrappongono diei luoghi centrifughi, verso cui si dirigono i personaggi spinti dal desiderio individuale (Erminia->campagna pastorale).

-          Il tempo: vi è una certa linearità  temporale e si trovano soltanto brevi flashback.

-          Lo stile: vi è un fitto uso di figure retoriche: iperboli, metafore, paragoni, similitudini.
Il lessico utilizza parole inconsuete e lontane dall uso comune.
La sintassi è caratterizzata da periodi lunghi e complessi, inversioni e enjambements.
 Il bifrontismo:  magnifico e sublime – ricerca di suggestività e cadenze musicali.
Vi è un utilizzo di aggettivi poiché questi rappresentano a soggettività in contrasto con l oggettività.

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